UN MEDICO PITTORE SERGIO LUPPICHINI |
POESIA |
La domanda che forse vi porrete e che anch'io mi pongo, é questa:
perché ti se deciso a fare una raccolta di queste poesie? "La
poesia di Luppichini rispecchia il suo animo ed é coerente con la
sua pittura: deve essere più sintetizzata. Gli
fui molto grato Mi
permetto di esporvi alcune delle tante
poesie scritte e tuttora tenute nel cassetto.
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AGOSTO
Una manciata di mare
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LA VITA
Tenera foglia
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GUARDANDO
Sono rosee dita
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INFINITO
E imponderabile Regno del freddo e dell'eterno Incommensurabile spazio Inconcepibile per mente umana Per inverosimili distanze Dove inventiva ed immaginazione Galoppava in avvincenti e strane avventure Solo retaggio Di sbrigliata fantasia Barriera al volere umano Per fragilità di mezzi E ancestrale timore Porta chiusa alla umana volontà Fino ad ieri Aperta oggi Aperta e violata Dalla fede nelle infinite possibilità Del volere e sapere Dell'uomo Immagine speculare Del grande architetto del mondo Le barriere sono cadute Oggi "INFINITO" E' una vaga parola Relegata
nei vocabolari
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INCIDENTE MORTALE Rombo
possente
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I TUOI OCCHI
Offuscato specchio
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LA VISITA DEL PAPA A PISA
Città dall'argenteo fiume Ricca di bianchi marmi Foggiati in insuperabil stile E in ardita pendenza Gioia a Te Città dal passato glorioso Memore di gesta marinare Ricca di insigni menti E tradizioni religiose Gioia a Te Oggi faro del mondo Di quel mondo che guarda Con occhi speranzosi e spera Nella fede profonda e immensa Che porti pace A popoli travagliati Da fame guerre devastazioni Gioia a Te Col tuo grande prato verde Già luogo di infantili giochi Innocenti e casti Oggi immenso altare di fede In Dio e nelle genti Gioia a Te Città prediletta da Dio E dal suo più alto Discepolo Che umilmente si degna Di farti risplendere di luce divina Gioia a Te Pisa Mia bella città Oggi ancor più bella Perché richiamo di cristianità E di pace nel mondo
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VECCHIANO
Ridente valle dal Serchio lambita Sfuggente in balse scoperte dal Dilaniante boato di mine Susseguirsi di verdi rettangoli Trapunti di macchie colorate di Frutteti in fiore dolce tavolozza Invidia per i tuoi figli pittori Tendente al traguardo lacustre Culla di immortali melodie Ecco le lande lussureggianti Mute spettatrici di truci massacri La boscosa riviera invidia di Giungla africana ove l'onda Accarezza il renoso declivio sterposo Dall'alto ti guarda la Madre Divina Un faro di fede in castello arroccato su cima montana Dal versante Lucchese Vigilan antiche sentinelle turrite Testimoni di fratricide lotte In te si racchiude progenie operosa Di ancestrali tradizioni degna custode Volontà caparbia alla conquista Di mete difficili e faticose Lotta alla natura avara e mendace Fede indomita nella terra natale E sempre tesa a plasmare un sereno futuro
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DIRITTO
Lavoro di molti operai lavoro che sempre ti chiama lavoro sudato e sofferto lavoro sfruttato da pochi
sudare per cosa sudare per chi per fare le armi per fare la guerra
Bello é poter lavorare bello é essre in pace bello é potere sperare bello é un futuro sereno
cerchiamo giustizia cerchiamo fratelli per dire al mondo per dire c'é pace c'é pace c'é pace
un lavoro hai diritto d'avere un lavoro su cui sudare un lavoro per cui lottare un lavoro per cui sperare
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NATALE
Il volteggiante candido sfarfallio Il disteso suon di campane L'angelico coro di bimbi La multicolore sinfonia di luci E il brillare di tenui vetri soffiati Ornamento di divelti abeti Onore di maestosi monti Il calore l'amore la gioia E ancora gioia con canti baci auguri Tanta allegria tanta euforia Ma l'uomo ricorda perché é così gioioso? Perché non sia un giorno di lutto per tutti Di tutti noi ingrati e dimentichi Dobbiamo riflettere E mantenere le promesse Promesse a Dio di non tradire il Figlio Il nascituro già condannato Predisposto volente per amore Ad atroce morte Per noi incoscienti Che menzogneri odiamo uccidiamo Solo per chi mantenne il pegno Il guiderdone é vera gioia Per gli altri é maschera e tetra commedia Per celare il lutto
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PRIMAVERA
L'azzurro terso del cielo Il rincorrersi di ali agitate Il rotolio di voci cinguettanti Gli spruzzi colorati su tavolozza verde Il rifiorir di sensazioni Gli odori balsamici Il dolce abbandono dei sensi Il rigurgito di pulsioni interne La terra esalante umida nebbia Il germe violente di seme dischiuso Il vento che sfiora chiome di verde Lacrime dal cielo per fertile terra
Tutto é oscurato distrutto Obliato e insultato Negato violentato Da insaziabile avidità dell'uomo Solo l'oro vale Da qui violenza alla natura e all'amore Con cupidigia ed odio Disprezzo e sangue Il TERRORE domina Opprime e s'impone E si dimentica la dolce fiorita ed odorosa PRIMAVERA
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RELAX
Le placide note Di un fresco e soave intermezzo O la potenza trascinante Di sinfoniche galoppate O lo stillicidio Di idilliche note sgorganti Da preludi estasianti E l'impeto focoso Sentito e sofferto O il tocco delicato e bello Su tasti freddi Resi vividi da genio d'artista Ti prendono e ti avvolgono In immaginario mondo felice Non più ricerca affannosa Non più tristi pensieri L'orgasmo travagliato è vinto Non più desideri di irraggiungibili mete Ed utopiche gioie Ma totale appagamento Di irrealizzabili ideali sublimi In una cruda realtà Una realtà soave In una verità irreale
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RICORDI D'INFANZIA
Deserte strade polverose Grida e incitazioni Calci allo sfuggente pallone Corse affannose e sudore Sanguinanti abrasioni tra lacerate vesti E al rientro Paternali benevole punizioni Seguite da false promesse
Su quella strada ora levigata Corre il progresso Il pallone é allo stadio Su quella strada C'é fretta ed affanno La squadra é relegata allo stadio Su quella strada C'é sofferenza e morte Il gioco é allo stadio Ma la felicità del gioco é finita Su quella strada c'é l'asfato
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RIFLESSIONE
Cinguettio d'uccelli Tra il fruscio tremolante di foglie Raggi luminosi danzanti Sull'ondeggiante mare verde Per le tiepide carezze del vento Che giocano a nascondino Accompagnando un'altalena cigolante Vertiginosi lampi di luci e tenebre Corteo di giovanili ricordi Di un passato alternante di Conscio ed inconscio Sofferto e subito Voluto e causato Maestro e tutore di vita Se vita é esperienza
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SOLE
Oro liquido Calda linfa vitale Catalizzatore di colori Energia di natura Linimento di stanche membra Gratuito tepore di poveri Vivificatore di flora Stimolo di sensi Compagno di lussuria Vita vita vita Questo é il sole
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TRAMONTO
Rosso Cielo rosso Nubi rosse Sole rosso Un ribollire di rosso
Poi un'ultima fiamma Ed é il buio
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STANCO
Stanco ed abbagliato da raggi Riflessi su calce sbiadita Trovi rifugio nell'ombra Benevola ed accogliente Dell'avita dimora Attorno volteggiano Come fantasmi Le fate e gli orchi Narrati nei tempi passati Una nenia Una ninna nanna Un canto Un bacio
L'annoso travaglio D'un Io presente Squarcia l'omba pietosa Devi partire E ti ritrovi smarrito nel sole
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SOLITUDINE
Un cane randagio ha compagnia La tigna Un barbone ha compagnia La miseria Un vedovo ha compagnia Il ricordo Un naufrago ha compagnia Il mare Un eremita ha compagnia La meditazione Per me Non scabbia non miseria Non ricordi non mare Non meditazione Solo il nulla é compagno Della mia solitudine
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